ARMI DA FUOCO

Martedì 06 Luglio 2004 21:54 amministratore

 

 

FUCILE DA FANTERIA 1751-1752

 

 

Al termine della Guerra di Successione d’Austria, Vittorio Amedeo Duca di Savoia, figlio del re Carlo Emanuele III, nell’ambito della riforma generale dell’esercito, che andava promuovendo, volle un fucile più semplice, maneggevole e robusto, che sostituisse il pur valido mod. 1730. Dopo numerosi esperimenti e modifiche, entrò in produzione il “fucile da fanteria modello 1752”, con le seguenti  caratteristiche tecniche:

 

   lunghezza senza baionetta     once    35,21                  mm  1510

   lunghezza con baionetta       once    45,20                  mm  1938 circa

   peso senza baionetta           lb         13,53                  kg       4,99 circa

   peso con baionetta             lb         14,37                  kg       5,3 circa

   lunghezza della canna          once     26                       mm    1113

   calibro                               once    1                          mm     17,3

   peso della canna                 lb         6,34 - 6,50          kg       2,34 – 2,40

   larghezza ai piatti di culatta   linee   10                         mm     35,7

   diametro in volata               linee    6                          mm     21,4

  

Il 28 agosto 1752 l’Ufficio del Soldo ordinava la distribuzione di 1000 fucili, prelevati dall’Armeria, ai reggimenti provinciali. Il reggimento Leutrum ricevette il nuovo modello il 12 settembre 1752. Nel marzo dell’anno successivo venne dato in dotazione ai reggimenti svizzeri Kalbermatten e Outiguer, mentre altri 2000 pezzi andavano ancora ai reggimenti provinciali. Dall’inizio delle consegne, a tutto il 1754, uscirono dall’armeria ben 20.618 fucili.

 

 

 

 

 

FUCILE DA FANTERIA MODELLO 1782

 

Salito al trono nel 1773, Vittorio Amedeo III decise un’ulteriore ampia riforma dell’esercito e chiese al cavalier De Buttet, capitano tenente del Corpo Reale d’Artiglieria, di studiare un nuovo fucile per la fanteria, ancora più evoluto del precedente, ormai vecchio di vent’anni.

Era veramente un compito molto arduo, infatti, il mod. 1752 rappresentava il meglio delle armi in circolazione, guardato con ammirazione e preso a modello in tutta Europa, inclusa la Francia, pur senza raggiungerne la qualità.

Il De Buttet si impegnò a cercare gli eventuali punti deboli dell’arma nel suo complesso e, dove possibile, a ridurne i costi, senza penalizzare le pregevoli caratteristiche.

Vennero variate piastre, bacchetta, calciolo e baionetta: sei prototipi furono pronti all’esame della Commissione, nei primi mesi del 1776. Le obiezioni opposte si mostrarono valide, nonostante l’entusiasmo del Re. La nuova baionetta, più lunga e robusta, risultava troppo pesante e sproporzionata rispetto al fucile, inoltre il costo dell’arma risultava sensibilmente più alto.

Dopo ulteriori studi ed esperimenti, nacque il “fucile da granatieri modello 1775”. Da questo, con successive piccole modifiche, venne fuori una nuova arma: il modello 1782.

Pur con il dissenso della Commissione del Congresso d’Artiglieria, perplessa sulla convenienza delle modifiche, il Re, sempre infervorato dalla novità, il 19 maggio 1785, ordinò di distribuire il nuovo modello (del quale erano stati prodotti 6.000 esemplari) al reggimento Saluzzo, che doveva essere riarmato.

Purtroppo, tra gli altri inconvenienti, la nuova arma, oltre ad essere più pesante e costosa della precedene, non era altrettanto precisa. Tuttavia, fu assegnata in prova alla Compagnia Granatieri Savoia e Chiablese ed alla Compagnia Granatieri delle Fregate.

Si studiarono quindi altre correzioni ed alla fine, nel 1786, il nuovo modello si presentava con:

   -  bacchetta in stoffa (anziché in ferro), con battipalla a chiodo

   - baionetta in stoffa, con ghiera di fissaggio alla canna (anziché in ferro, senza ghiera)

   - piastra come nel modello 1759 da Dragoni, trasformata e più leggera

   - calciatura maggiorata, con migliore bilanciamento dell’arma, per uso “a clava”

   - riduzione del costolone di calciatura (troppo alto, che precludeva la precisione di mira).

Altre rettifiche, soprattutto per la baionetta, furono eseguite nel 1788 e concluse con l’esecuzione, “a regola d’arte” ed in stoffa della migliore qualità, del modello ad ala di gabbiano.

  

   Caratteristiche tecniche:

   lunghezza senza baionetta         once    35,14           mm   1507

   lunghezza con baionetta             once    46,63           mm    2000

   lunghezza della canna                 once    26,09           mm    1117

   calibro della canna                       once   1,011           mm    17,50

   peso senza baionetta                   lb        13,4             kg       4,92    

   peso con baionetta                       lb        14,8             kg       5,4

   lunghezza baionetta                      once   13,24           mm    567

   prezzo senza baionetta                 £         16.15.11

   prezzo con baionetta e fodero      £         19.16.11

 

   Il nuovo fucile venne distribuito ai vari reggimenti, secondo le diverse necessità di riarmo, con la seguente cadenza:

   - 19 marzo     1789      Reggimento Rochemondet

   - 10 agosto    1790      Reggimento Courten

   -   5 aprile       1791      Reggimento Monferrato

   - 23 maggio    1791     Reggimento La Regina

   - 31 maggio    1791     Reggimento Christ

   - 27 marzo       1792     Reggimento Guardie

   - 21 aprile        1792     Reggimento Piemonte

   - 28 aprile        1792     Reggimento Real Alemanno

   -   8  maggio    1792     Reggimenti Savoia e Aosta

   - 19  maggio    1792     Reggimenti La Marina e Sardegna

 

Nel 1793, per esigenze belliche si dovettero appaltare forniture all’estero, di qui i modelli Anschűtz, di eccellente qualità, prodotto a Shul.

 

 

 

 

 

FUCILE DA UFFICIALE DI FANTERIA MODELLO 1774

 

Si Tratta di una particolarità. Infatti, fino a quella data, gli ufficiali superiori possedevano solo una spada, genericamente diritta, a volte affiancata da una pistola, comperata in proprio da armaioli civili ( in Piemonte: Scalafiotti, Rousset, Alessio). Lo stesso per gli ufficiali inferiori, che nelle parate portavano la mezza picca, inutile ed ingombrante in battaglia.

Nei combattimenti più violenti, come all’Assedio di Torino del 1706 e durante le Guerre di Successione Polacca e Austriaca (Pietralunga, Cuneo, Madonna dell’Olmo, Assietta), gli ufficiali avevano utilizzato armi raccolte dai caduti. Di qui l’idea di Vittorio Amedeo III per dotarli di un fucile valido ed efficiente.

Già nel 1751, ancora regnante il padre, si era rivolto a Guglielmo Rousset, affinché gli fornisse un prototipo. Ne uscirono due esemplari, di cui uno, magnificamente guarnito dal Galean, per uso personale del committente. Carlo Emanuele III respinse l’idea del figlio.

Nel 1774 dunque, gli armaioli Giò Batta Rousset e Bartolomeo Scalafiotti si impegnarono a fornire rispettivamente 800 e 400 fucili, lievemente modificati rispetto al mod. 1752, con canne di Saint-Etienne e di Valdocco, ad un costo equiparato di £. 35.

Mentre tutti i fucili fin qui descritti avevano cassa in noce scuro, questi erano in noce rosso.

Già alla fine del 1774, vennero distribuiti i primi 133 fucili ai Reggimenti Guardie e Piemonte; altri 663 nel 1775, per terminare la consegna nel 1777, con 926 unità in tutto. Ciascun ufficiale aveva coperto in proprio l’intero costo.

 

   Caratteristiche tecniche:

   lunghezza senza baionetta           once   31,10           mm   1407

   lunghezza con baionetta              once   39,8             mm   1700

   peso senza baionetta                  lb        8,2 - 8,4       kg     3,0 - 3,05

   peso con baionetta                     lb        8,8 - 8,10     kg     3,2 - 3,25

   lunghezza canna                         once   24                mm   1029

   calibro                                       once   1                  mm   17,3

   peso                                         lb         4 - 4,2         kg     1,475 - 1,54

  

 

 

“Modello 1814” con piastra timbrata Manifattura di Torino e calciatura con timbri di Carlo Felice.

 

 

All’atto della formazione, il Reggimento Piemonte era dotato di fucili d’epoca. Non essendo possibile l’uso di tali armi a termini di legge, e’ stata eseguita una ricerca di mercato per trovare delle repliche adatte. Purtroppo esistevano solo Brown Besse e il “ 1777 ” francese. A rigore storico, non essendo armi in dotazione ai reggimenti d’ordinanza Piemontesi, abbiamo dovuto cercare una soluzione idonea. In seguito alla segnalazione del nostro caporale Bruno Allegri, appassionato ad alti livelli di tiro ad avancarica, insieme al nostro cofondatore Francesco Sterrantino, abbiamo contattato il signor Lussignoli, titolare della ditta Artax, di Brescia, ed e’ uscita la copia perfetta del fucile Piemontese modello 1782.

 

 

 

 

 

 

“Modello Artax”

 

 

MODELLO ARTAX: replica del modello 1782, eseguita nel 1997 in 10 esemplari, di cui 6 in dotazione al Gruppo Storico. A causa dell’alto costo di tale fucile, essendo venuti a conoscenza che la Ditta Pedersoli aveva messo in produzione il modello Charleville, che con piccole modifiche al legno ed alla ferramenta, risultava molto somigliante al precedente modello 1782, dopo un colloquio con il titolare, siamo addivenuti alla risoluzione di acquistarli in kit, e modificarli a nostro carico.

 

 

CARLO VALETTO www.carlovaletto.com